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Mai controcuore

Archivio di gennaio, 2015

E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.

E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.

Oggi, ogni volta che mi vieni in mente, sento sempre lo stesso brivido. Mi assale come fosse un guerriero a turbare i miei anticorpi, e mi ammalo di te, con la febbre nel pensiero. Mi commuovo più facilmente se scruto un’emozione in giro per le strade, ti sento lì con me, te la regalo nel silenzio.Ti stringo accanto, come fossi piccolissima e mi stessi nella tasca della giacca vicino al cuore, a stretto contatto con il mio sentire. E certo che no, non saremmo stati perfetti, anzi, avremmo litigato un casino, forse proprio perché siamo molto simili. Al mio “grillo parlante”, quando torna a bussare, non apro quasi mai, ma a volte mi spiace lasciarlo fuori al freddo, così lo faccio entrare e mentre inizia a obiettare gli chiedo una tregua, una tregua fra la mia vita e il mondo, così si arrende e si addormenta. Beata incoscienza, dicono dei giovani. Beata fortuna, dico io, è un’incoscienza preziosa. Osservo i ragazzi per strada, quando si baciano, quando nei loro occhi c’è l’eternità, quando nei loro occhi c’è l’immortalità degli dei, la luminosità del :” Resto anche domani, ci sarò”, con una convinzione, una sicurezza che a stento ritroverai se non nei folli come me, perché io, alla mia età, la possiedo ancora. A volte devo distogliere lo sguardo, perché è troppo forte l’emozione, perché rivedo te, respiro il mare, mi entra nelle narici di prepotenza con un capogiro incontrollabile e mi fa sentire insieme male e bene non averti mai dimenticata. Allora quei ragazzi li fotografo di nascosto e vale per tutte le fotografie che non abbiamo. Ho dei rapporti meravigliosi con le donne con cui ho avuto una storia. Ho visto nascere il bimbo della mia prima fidanzata, ho visto il matrimonio della donna che credevo avrei sposato io, molti anni fa. Con te non ho voluto veder appassire un fiore mai sbocciato. Non ti avrei mai regalato dei fiori strappati alla tua terra, perché tu meriti la vita. Eppure, anche se non credo a un’altra vita dopo questa, l’energia di questo sentimento resterà, si mescolerà agli elementi naturali e continuerà a vivere sì, anche dopo di noi.
– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno

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La vita è una vetrina.

La vita è una vetrina.

Ognuno mette in mostra i suoi articoli più belli. Controlla che nel magazzino ci sia l’equivalente di quello che c’è fuori. Mi sono sempre fermato nei negozi così. È nei negozi così che facciamo i nostri acquisti migliori.

– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno ´work in progress)

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Siamo fiammiferi che per un momento di fuoco buttano all’aria la vita e finiscono così, uccisi dalla propria stessa emozione.

Siamo fiammiferi che per un momento di fuoco buttano all’aria la vita e finiscono così, uccisi dalla propria stessa emozione.

E tante volte hai avuto paura. Ti sei sentita anche tu come un fiammifero e hai pensato: “È meglio che mi desideri tutta la vita senza la possibilità di accendermi, piuttosto che mi consumi in un momento per poi buttarmi via”. Eh già, corriamo sempre il rischio di essere usati per un attimo di luce. Esporsi comporta questo. È capitato anche a me. Restare soli dà sicurezza, una sicurezza immensa. Siamo in pochi a riuscirci. Sono stato sempre un po’ sfuggente, tranne le volte in cui ho sentito una spinta totalizzante verso qualcuno. Tre volte forse, in tutta la vita e l’ultima sei stata tu. Con il tempo si può perdere tutto, la bellezza fisica, un lavoro di prestigio, il potere, il denaro, il successo, lo status sociale. Tutto può svanire, è inutile essere amati per questo. Io voglio essere amato per ciò che sono ed é lo stesso motivo per cui ho amato te, fuori controllo. Tu non eri bellissima, eri la più bella di tutte solo per quel tuo particolare modo di stare al mondo, di essere tu. Tutto questo è riconducibile a un canone solo mio. Avrei voluto ti accorgessi di questo anche tu con me. Avrei voluto che riconoscessi in me l’essere il massimo per te. Forse una volta me lo hai anche detto ma poi non è bastato a tenerci insieme. Ho smesso di riconoscere la bellezza dell’amore solo nell’assenza. Sai da cosa avresti dovuto considerare sincero il mio amore?Ho vissuto con il tuo fuoco dentro senza sentire dolore. Forse questo è davvero il senso. E non chiedermi mai di spiegarti il significato di queste parole. Siamo fiammiferi, ti ho detto. E tu resterai sempre il mio segreto più bello, quello che sempre, da un momento all’altro potrà scoppiarmi dentro ancora, senza preavviso. E lo ricorderò così, come il miglior giorno mai accaduto della nostra vita.
Massimo Bisotti #Un anno per un giorno #maicontrocuore

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Quando un uomo sa di non poter avere una donna, si comporta spesso in due modi.

Quando un uomo sa di non poter avere una donna, si comporta spesso in due modi.

Il primo è triste e vile, la scredita, inventa sciocchezze con gli amici e attua meccanismi di difesa spoetizzanti. I complessi d’inferiorità generano mostri. Il secondo sta nel continuare comunque a considerarla una meraviglia, perché riconoscere la bellezza non significa che ci appartenga. Allora un uomo della seconda specie si accontenta di passeggiare insieme a lei ed è felice soltanto per la percezione che gli altri hanno di loro insieme. A tutti sembrava che Alex e Greta stessero insieme. Si erano seduti a un tavolino all’ombra, di fronte al mare. Lui le aveva portato i suoi regali e l’unica cosa che poteva dare un senso ai suoi vuoti era vederla sorridere. Lei d’improvviso disse: “Siamo stati fortunati, guarda che bella giornata oggi!”. Alex in realtà non sperava che le cose potessero cambiare, ci aveva sperato per poco, poi non più, vinto dall’idea che le obiezioni di Greta fossero sensate e sufficienti da non poter far altro che prendere coscienza della sua ferrata determinazione. Nell’era della rivoluzione tecnologica spiava il futuro e si vedeva comunque da solo, a metà fra il desiderio estremo e la sua negazione. Greta era l’unica donna a spegnere completamente le sue difese, era disarmante e con la freschezza splendida della sua età mista a una saggezza spiazzante. Le persone li guardavano, Alex iniziò a osservarsi da fuori, con occhi esterni, e il fatto che sembrassero due perfetti innamorati, seduti in quel posto preciso, con addosso gli sguardi buoni degli altri, lo rese d’improvviso immensamente felice. Lei era viva, qualcuno l’aveva messa lì per essere guardata, lei era una fortuna per l’umanità. Lei era nata dall’amore del mondo per la vita.

– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (work in progress).

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Foto/grammi dell’anima, nuova edizione, 10 febbraio 2015.

Foto/grammi dell’anima, nuova edizione, 10 febbraio 2015.

La nuova edizione di Foto/grammi dell’anima riesce il 10 febbraio 2015. Foto/grammi è un piccolo libro di fiabe che ho scritto a vent’anni, perdonerete le sue ingenuità, sono quelle che conservo tuttora, perché gli occhi che avevo da bambino non li ho persi mai.

Il primo evento avverrà il 13 febbraio, al Centro Commerciale Campania di Marcianise (Caserta), alle 18.

Il nostro San Valentino insieme invece a Milano, al Mondadori Multincenter di Piazza Duomo, alle 17 e 30.

Il #maicontrocuore tour riparte da qui, poi seguiranno Bari, Lecce, Roma, (Comunicherò le date appena possibile).

Desidero che questo libro sia un dono da regalare alle persone che amate, un libro per dire: “Ti stavo pensando e ho preso questo libro per te. Ho preso questo libro per dirti che, in mezzo a tutte le stelle, tu sei la mia stella“.

Vi regalerò anche dei segnalibri stella :) sperando che ognuno possa proteggere o trovare la sua!

Grazie, sempre.

Max

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Tu avvertivi una specie di pericolo nel mostrarmi troppo la tua dolcezza,

Tu avvertivi una specie di pericolo nel mostrarmi troppo la tua dolcezza,

sentivi il bisogno di camuffarla, di nasconderla dietro silenzi irriverenti. Ho imparato a leggere i tuoi silenzi dietro le righe insistenti dei miei perché. Non ti ho mai vista né voluta perfetta, abbiamo preso entrambi decisioni che ci hanno spinto inevitabilmente molto lontano. Eppure sai, la vita non torna indietro ma si prende un diritto più che lecito, riparte da zero ogni volta che si innamora di nuovo. È che forse a volte non si ha la forza di spiegare per bene tutto, non è questione di voglia, è che davvero non si può, il cuore va da una parte e se non lo prendi per mano si perde, i nostri sentimenti, avvolti in un cappotto, lo hanno lasciato solo al freddo per troppo tempo. Mi pare che abbia questo sapore, la rinuncia, mi pare che non possa trovarle le parole giuste da dire, non ne esistono, non basterebbero, non servirebbero in fondo. Li ho spiati da fuori i nostri cuori allo sbaraglio, sempre in attesa di qualcosa e sempre così maledettamente soli, così simili e spietati. E quella tua disperazione silenziosa, così dura e decisa in apparenza, sembrava dirmi: “Non è così…”, mentre io le rispondevo: “Lo so, lo so…”. Eppure tu hai pianto per me e io per te, è accaduto senza dircelo. Eppure forse ci siamo avuti più noi di chi ci ha avuto davvero. È finita così, senza nemmeno iniziare, e quante cose ci mancano per sempre anche se nostre non sono state mai.

– Massimo Bisotti Un anno per un giorno (work in progress)

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Non ero pronto a perderti, vorrei sapere chi poi davvero lo è; tu non eri pronta a prendermi e a tenermi con te, ma anche per questo chi davvero lo è?

Non ero pronto a perderti, vorrei sapere chi poi davvero lo è; tu non eri pronta a prendermi e a tenermi con te, ma anche per questo chi davvero lo è?

Amore e dolore ci colgono entrambi di sorpresa, siamo sempre impreparati per accogliere i cambiamenti. Così in un infinitesimo si sceglie e basta un infinitesimo a distruggere per sempre l’infinito. Non si può più recuperare. Questo ci ricorda ogni giorno di quanto siamo fragili e indifesi. Ho guidato con un’ansia diversa, ripercorrendo la strada dello stesso viaggio per venirti a trovare. La prima volta avevo tanta forza, entusiasmo e splendore, la seconda stanchezza, amarezza e sconforto. A volte sai già come andranno le cose ma speri fino all’ultimo che possa cambiare persino l’evidenza. Mi è capitato spesso di conoscere il finale di un film ma di pensare che potesse stravolgersi, per una volta. Sono quei piccoli pensieri ridicoli per cui tuttora ancora sorrido, un barlume di speranza che nel cuore fa una luce immensa. È molto triste lasciarsi ma a volte è necessario, è necessario annientare la speranza, voltarsi e non vedere più quella montagna che sembra sorriderti e dirti: “Torna qui”, ancora dopo chilometri di vita. Aspetti tanto un momento che non arriva mai. Aspetti tanto un risveglio in un posto che non sai. Non mi sono voltato più perché altrimenti non avrei mai smesso di vedere il tuo sorriso in cima alla montagna, i tuoi occhi dipinti sull’inconsistenza del futuro, così imponenti in apparenza sulla solidità della mia immagine. Ho voluto altro, ho amato altro, mi sono convinto che volevo molto altro. Si può, sai? Possiamo ingannarci per tantissimo tempo. Poi la vita ci presenta il conto, è un momento distratto in cui abbassiamo la guardia. Finalmente abbiamo scelto, però abbiamo scelto male. Mica ce li sputa in faccia tanto presto la vita gli errori di valutazione. All’inizio ci accarezza, ci conforta, ci ripete che siamo pieni di input e abbiamo così tante possibilità. Poi ogni tanto con la coda dell’occhio non resistiamo, guardiamo e ci accorgiamo che la montagna c’è ancora, sembra seguirci come fa la luna. Magari nel tempo ha schiacciato le nostre responsabilità, creando alibi perfetti in grado di difenderci e noi li stringiamo fra i denti. Sempre in guerra a tutte le ore, fra la vergogna dei rimpianti e l’inutilità di un finto distacco. Vestiti a festa, da grande occasione, elegantissimi e con dentro i sentimenti a stracci. E mi fanno ridere quelli con il curriculum vita pieno zeppo di informazioni irrilevanti. Sono così pochi gli accadimenti importanti di cui davvero ci siamo presi cura. La vera biografia di un uomo si racchiude in poche sostanziose righe di coraggio. Ancora oggi non porto l’orologio e questo è solo uno dei nostri soliti addii: Io e te mai più, io e te per sempre.
– Massimo Bisotti Un anno per un giorno (work in progress)

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Non ho mai voluto essere amato per il mio successo.

Non ho mai voluto essere amato per il mio successo.

È difficile capire da dove provenga il reale interesse, evitare di cadere nella trappola della vanità. Durante le mie crisi ho iniziato a pensare: “Ma che ci faccio qui?”, rassegnato a qualcosa su cui molti avrebbero messo una firma o svenduto l’anima. Non sono forse mai riuscito a farmi capire da te, vogliamo essere capiti e allora non spieghiamo abbastanza, ci chiudiamo in silenzi così bruschi da colpire, se pur con innocenza. Vogliamo essere capiti senza sforzarci di capire. I complimenti che ho visto fare a te li ho visti fare identici ad altre donne. Questo mi ha sempre fatto impazzire. Avrei sopportato di perderti riconoscendo a un uomo la certezza assoluta di volerti. Ma vedere che non ti accorgevi di come sia assurdo farsi trattare da una qualunque è stato per me insopportabile. La seduzione è un gioco. Fin quando non ci si innamora davvero di qualcuno riesce bene l’approccio con gli altri. Vuoi per il mio lavoro, vuoi per il mio modo di fare. Quando però ti innamori si sfalsa tutto. Non puoi più controllare niente.
Cerchi il filo del tuo gomitolo nella mente. Più provi a scioglierlo meno ci riesci, più ti muovi più ci resti dentro, legato, ingarbugliato, stretto sempre più a ciò che tu stesso non avresti voluto. Siamo strani, pieni di contraddizioni, certi momenti che dall’esterno sono splendidi, il cuore li vive come uno strazio.
Ci siamo avvicinati troppo al fuoco e allontanati dalla fiamma. Ci si ama così tanto e poi ci si difende così poco, ci si incontra per miracolo e ci si perde per paura. Ci meritiamo questa sorte mi chiedo? Sì, forse sì

– Massimo Bisotti Un anno per un giorno (work in progress)

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Allora, avrai due amori nella vita, uno possibile con cui costruire, uno impossibile con cui vivere in sogno ciò che sarebbe potuto essere

Allora, avrai due amori nella vita, uno possibile con cui costruire, uno impossibile con cui vivere in sogno ciò che sarebbe potuto essere

Ho sempre pensato che la vita ti regali con ogni persona al massimo un paio di occasioni, la seconda, se per qualche strano motivo hai buttato via la prima. Tu le sprecherai entrambe, poi continuerai a pensarci sempre, come una condanna, un tormento, un chiodo fisso distratto dal muro solo alcuni secondi, il giusto tempo per staccarsi e far crollare in terra, in mille pezzi, le tue certezze di anni. Perché in cuor tuo sai che avrai dovuto rinunciare per cause di forza maggiore, non avresti voluto. Conoscerai cos’è la disperazione, conoscerai l’impotenza che consiste nel riporre il domani in una speranza negata. Tutto ciò che vivrai con chi avrai accanto ti risveglierà sempre un ricordo sottile, prepotente, assoluto, selvaggio e passionale com’è una storia non consumata, un’emozione proibita. Uno sguardo incancellabile, e lo sapevo, lo sapevo già, credimi, lo sapevo come un giuramento che non l’avrei dimenticato, né avrei potuto ritrovarlo mai più negli occhi di nessuno. Lei aveva uno sguardo che sapeva tutto di me e io sapevo tutto del suo, senza esserci potuti dire quasi niente che potesse giustificare quella strana sintonia. Due persone che si guardano e si spogliano di tutto, hai presente? Si percorrono, come si fa con una strada che conduce nel punto più alto che c’è ma poi devono rivestirsi, nascondere la propria intimità e cedere al potere del “non si può”, divisi su un bivio beffardo. Ma io quello sguardo lo conservo dentro di me come un segreto ribelle che si è svelato al respiro e fa parte di ciò che mi tiene in vita, non me lo sfilo dal cuore. Perciò ogni mio respiro lo alimenta ancora.
– E quindi si sceglie il primo tipo di amore?
– Credo di sì, a malincuore, ecco il perché di tanta gente infelice. Forse sprecando il momento perfetto poi ci si consola così, quasi fosse una giustificabile punizione. Io no, io non ce l’ho fatta. Ho preferito niente. Ma oggi penso che forse, più semplicemente, la natura degli uomini sia questa qui. Noi amiamo essenzialmente quello che ci manca.

Massimo Bisotti Un anno per un giorno (work in progress)

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