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Mai controcuore

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Rassegnati.

Rassegnati.

Ci sono persone che non smetteranno mai di piacersi anche se non potranno mai viversi accanto. Sono mine vaganti, vulcani che sembrano spenti e poi esplodono ancora, senza preavviso. Ci sono persone destinate a incontrarsi, a continuare a pensarsi per sempre ma non destinate a stare insieme.

Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (maggio 2016, work in progress)

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Non ho una vita regolare, non è che non l’ho voluta mai, non è capitato.

Non ho una vita regolare, non è che non l’ho voluta mai, non è capitato.

La conosco la rabbia che si prova nel non poter stare accanto a una persona, una persona che c’è sempre anche quando non c’è, mentre sei seduto a un tavolo quasi senza riconoscerti. Chi non l’ha provata? Però è una sorta di accanimento a volte, ti convinci che sia perfetto solo ciò che non puoi avere e invece perfetto non è niente. A me è stato detto tante volte ” sei la perfezione”… Lo trovo quasi stucchevole, è il complimento più sciocco che possiamo ricevere. Anche se fatto in buona fede è finto. Te lo fa chi non ti conosce. Chi ti conosce sa che non sei perfetto e con i tuoi difetti ha lo stesso atteggiamento che hanno due pugili a fine incontro, sono stanchi, distrutti e più che picchiarsi sembra si stiano abbracciando. È così che ci riduce la vita. Dall’esterno nessuno può accorgersi di cosa stia accadendo all’interno del ring.
Abbiamo due cuori dentro, uno vuole mangiare l’altro ed è un continuo combattimento. Ma è uno di quei rari combattimenti che finisce pari. Due cuori che da fuori sembra si arrendano e invece si accettano per ciò che sono. Si fanno forza della forza altrui, tante ferite involontarie ma mai un colpo basso.
Vincono la tentazione di approfittare di un punto debole. Più che una lotta diventa un passo a due.
Io conosco persone che si sono volute così tanto ma senza il coraggio di potersi avere e adesso non hanno il coraggio di parlarsi più.
È un quadrato senza limiti la vita, ognuno con la sua mattonella e, se sei fortunato, qualcuno che difenda la tua.

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Non ho potuto chiederle perdono per come sono, e se non fossi stato così la mia vita oggi non sarebbe questa qui.

Non ho potuto chiederle perdono per come sono, e se non fossi stato così la mia vita oggi non sarebbe questa qui.

Se non fossi stato così non mi sarebbe piaciuta lei, se non fossi stato io non le sarei piaciuto mai. Avrei dovuto essere più stronzo, forse, ma quest’indole non mi appartiene.
Non ho voluto mai imparare a nascondermi.
Non ho mai imparato i mezzi termini, le mezze misure, le cose a metà.
Io parlo per difendermi, mai per aggredire.
Sai, a volte difendi anche chi non saprà mai difenderti e ne sei perfettamente consapevole. Gli altri ci migliorano la vita ma non ce la risolvono. Così si torna estranei e non ci si incontra più. E pensa che vigliacchi che siamo a volte. Sappiamo riconoscere persino l’ultima volta che ci vedremo e non ci diciamo niente…

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E sai perché sai sempre rinunciare a tutto? Perché in realtà non t’importa davvero di niente.

E sai perché sai sempre rinunciare a tutto? Perché in realtà non t’importa davvero di niente.

Fingersi indipendenti e avere solo una dannata paura di vivere, ecco il problema.
Mi hanno sparato nel cuore certe overdose di tristezza a volte, di ingratitudine, di amarezza, eppure la mia unica droga è ancora la vita. Ma no, non lo penso davvero, a volte feriamo per non farci ferire.
C’è stato un momento in cui guidavo e mi scattavi delle fotografie. Era notte, stavo attento alla strada, troppo poco tempo o forse troppa strada, avrei voluto dirti ti voglio, con il pensiero ti ho amata dappertutto, in ogni modo possibile, in ogni posto io fossi, un chiodo fisso, un martello. Avrei voluto dirti che non c’è vergogna nel toccarsi per una donna quando non puoi averla. Avrei voluto dirti, io l’ho fatto per te, svegliandomi in posti sempre diversi, e ho preferito stare solo con il mio desiderio piuttosto che con un’altra donna accanto. Poi frenare d’improvviso e prenderti, così di colpo, scordandomi di tutto, lasciandoti sentire i colpi del mio cuore, non solo della passione. E se domani ci sconvolgerà ancora i piani, oggi fa niente, oggi sei mia, è un’illusione buona e non ci fa paura. Ma poi? Poi forse si sta peggio. Un assaggio di emozione e poi mai più. No, io volevo di più da te rispetto agli altri. E tu, a furia di preservare e ancora preservare, ti tieni la tua verginità stretta come un trofeo. Non l’hai data mai, l’anima. E io quella volevo. Il resto può averlo chi scegli. L’anima no, decide lei.

– Massimo Bisotti Un anno per un giorno (work in progress)

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Non volevo che mi mancassi più e ho fatto di tutto per riempirmi la vita di cose da fare.

Non volevo che mi mancassi più e ho fatto di tutto per riempirmi la vita di cose da fare.

Ma ogni momento in cui mi mancavi di meno, iniziavo a mancarmi io. Ci illudiamo di dimenticare e in realtà impariamo soltanto a riempire gli spazi bui. La verità è che senza la stella necessaria il buio è solo meno buio, non diventa luce. Si è soli senza il sole.

– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (work in progress)

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Mi hanno detto che la vita ci toglie per darci poi sempre qualcosa, non lo so se sia proprio davvero così.

Mi hanno detto che la vita ci toglie per darci poi sempre qualcosa, non lo so se sia proprio davvero così.

Non lo so se le occasioni migliori siano davvero il premio per qualche mancanza. C’è chi se ne va e ti porta comunque con sé, c’è chi sa barattare un sogno per una certezza e chi alle certezze preferisce sognare. C’è chi resta nell’aria e poi scompare un attimo per riapparire, come quella mia maglietta che si colora quando la esponi al sole, dovresti tenerla sempre al buio per dimenticare. Invece io la tengo dalla parte migliore, leggera al vento, si prende i raggi ma anche i calci sul cuore, eppure non ho mai scelto di cambiare. Al buio la vita si sposa con il nero opaco della parola “sostituibile” e ho sempre associato l’amore alla parola “indispensabile” che non significa non poter vivere senza, significa vivere meglio con, e da quando mi sono accorto di questo sono cambiato per sempre, dando peso alla qualità rispetto alle quantità, oggi so che pesa più un fiore vivo che cento diamanti. Ma se hai potuto vivere senza di me, giorni, anni, e per me un giorno senza di te durava un secolo, non sei tu, non puoi essere tu, non posso credere che sia tu la scelta definitiva della mia vita. Perché abbiamo diritto a un’altra occasione. E invece no…non ne abbiamo affatto diritto, non è possibile pretendere un miracolo. Però ti dico che non ho perso il coraggio di ricominciare a pensare a qualcuno che sappia scrivermi magari un messaggio magico sul telefono, un messaggio con scritto :”In bocca al lupo, amore”, un messaggio che mi faccia smettere di fare ciò che faccio per leggerlo, per sbirciare almeno, un messaggio tanto atteso quanto inaspettato, e questo non solo per colpirci i primi tempi, in un fantastico momento di splendido e devastante innamoramento, comune a tutti nella vita. E non importa di chi mi dice che meno diamo e più otteniamo, non posso cambiare il mio modo di essere solo perché al giorno d’oggi i bei regali non piacciono più e le persone preferiscono smettere di sorprendersi per cercare eternamente, con una sorta di insano masochismo, un cambiamento che non arriverà. Ma con questo non ti sto dicendo che mi accontenterò. Vivrò senza aspettare, aspettando comunque un segnale. Altrimenti niente, altrimenti collezionerò pezzi di niente piuttosto che una schiera di “così e così”.  Poi un giorno  magari t’incontrerò per la strada con gli occhi rivolti nella mia stessa direzione, ci guarderemo increduli, un po’ felici e un po’ no per questo incontro teso a tradimento dal destino. Tu mi regalerai un sorriso dei tuoi, un sorriso strepitoso, esplosivo, improvviso ma un po’ triste e nostalgico com’è quella parte che ho visto e che ho amato di te. Ci guarderemo e ti dirò: “Comunque sia andata qualunque giornata, comunque vada, comunque andrà la mia vita, non smetterò mai di ricordare l’immensa fortuna di averti incontrata”.

E tu mi risponderai: “Vale anche per me?”.
– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (work in progress)

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Gira ovunque, vivi più che vuoi ma poi fermati con la persona che saprà farti sentire tutto anche senza toccarti.

Gira ovunque, vivi più che vuoi ma poi fermati con la persona che saprà farti sentire tutto anche senza toccarti.

Perché in mezzo a tutta la gente del mondo sarà soltanto di questo che avrai davvero bisogno. Il resto lo ringrazierai e un saluto di congedo basterà a riprenderti la tua libertà di nuovo, come sempre. Tutta la sensualità che precede le mani, che sta nel pensiero, può toccarti davvero anche a molteplici distanze. I pensieri accarezzano o disturbano e il problema è che è proprio di quelli che disturbano che ti innamori.
Ora non ci credi ma te ne accorgerai. Ti accorgerai cosa vuol dire avere le mie mani dappertutto, chiudendo gli occhi da sola, in un letto anni luce distante da me. E più sarò lontano e più mi sentirai addosso.
La vera seduzione è entrare dentro a un cuore e riuscire a spogliarlo delle sue paure. Ma voglio dirti che non importa se non è bastato. So che non potrai fare a meno di ricordare una cosa, da adesso in poi. È ancora possibile incontrare chi sa riconoscerci in mezzo a una folla. Capiterà ancora, e qui ti sorrido di rabbia e dolcezza.
Forse proviamo a dare agli altri ciò di cui avremmo più bisogno. Così, per tutte le volte che non mi sono sentito protetto, avrei voluto proteggere te.

– Massimo Bisotti Un anno per un giorno

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Non so se siamo più stupidi a volere sempre di più o se lo siamo quando ci fermiamo, scoprendoci felici.

Non so se siamo più stupidi a volere sempre di più o se lo siamo quando ci fermiamo, scoprendoci felici.

Guardiamo la felicità con lo stesso miscuglio di stupore e paura con cui un bambino guarda il suo giocattolo nuovo. Un lampo fugace di gioia negli occhi, un sole interiore che esplode sul viso e poi, non si fa neppure in tempo a stringerlo quel gioco, che qualcuno arriva e ce lo strappa dalle mani. È dura assistere al tramonto di un sorriso. Sarà per questo che provo un’infinita tristezza quando vedo in mezzo alla spazzatura i giocattoli vecchi buttati via. Mi chiedo sempre che vita abbiano attraversato prima di finire così. Quando la felicità si stanca di noi ci fa sentire ormai fuori moda, superati, obsoleti, sostituibili.
Molti non ce la fanno e non giocano più ma io non ho mai rinunciato alla rivoluzione interiore di una nuova scoperta. Io mi aggiusto e torno quasi nuovo, quasi sorrido mentre lo dico. Io non ci resto accanto al cassonetto ad aspettare in silenzio la fine prima della fine. Ci sono quei negozi, sperduti negli angoli del mondo, che puoi scoprire solo se vai fuori dalle solite strade conosciute percorribili. Lì c’è una felicità che non butta via i giochi con il vizio della distruzione. Ma devi rischiare di perderti per raggiungerla, perché non è in vendita in quelle splendide boutique del centro. Ogni tanto me ne dimentico anch’io, ogni tanto smetto di giocarci anch’io e allora lei dispettosa se ne va, per farsi ritrovare. E puntualmente la cerco, la prendo per mano e la riporto a casa con me, la mia bimba bellissima.

– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (work in progress).

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Se puoi non mi dimenticare mai.

Se puoi non mi dimenticare mai.

Non dimenticare mai come ti ho fatto sentire. Da qualche parte, dentro di me, esisterà sempre quella luce che si accende d’improvviso quando i miei occhi trovano i tuoi occhi, un faro sul tuo viso che raddoppia il battito cardiaco, nella gioia, nella paura e persino nella confusione. Dentro di me ci sarà sempre la protezione nata dal primo sguardo… Anche fra molto tempo, dentro di me, ci sarà sempre qualcosa di te presente già da prima, da prima che potessi accorgermene con così tanta chiarezza. La felicità nuda e cruda che si fa magone nello stomaco, quasi come se riuscisse a precipitare sotto la soglia massima del dolore, per annientarlo e non sentirlo più. Il mare che vedo anche quando non c’è, guardando te. Da qualche parte, dentro di me, esisteranno per sempre le volte in cui un tuo abbraccio è stato il luogo migliore dove ho scelto di vivere. E ciò che sono stato oggi con te e per te non lo perderai mai più.
– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (work in progress)

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Forse mi innamorerei di te in qualsiasi epoca, dimensione, pianeta, oggi, ieri, domani, al di là,

Forse mi innamorerei di te in qualsiasi epoca, dimensione, pianeta, oggi, ieri, domani, al di là,

scordandomi chi sono stato, scordandomi chi sono e non sapendo più chi sei stata o chi sei. Se poco prima della fine del mondo mi chiedessero :”Cosa vorresti riavere di ieri?”, forse la nostra storia resterebbe sempre senza futuro. Ma com’è vero che la terra gira intorno al sole, tu sei il sole che gira intorno al mio cuore, il mio moto di rivoluzione. E in mezzo a tutte le innumerevoli trasformazioni del mondo, io puntualmente ti salverei. Tu sei il peccato che rifarei senza pentirmi mai. Tu sei tutta l’aria del mare al mattino che fin quando sei giovane sprechi a dormire, per tirar tardi la notte. Le cose che scopriamo dopo, sarebbe meglio non scoprirle mai? Ma io questo volevo, in fondo. Contro tutto e tutti ma io con te, tu con me, fino alla fine. Chissà se lo sai. Ti è mai interessato capirlo, saperlo? Costa, sai, mantenere accesa la fatica silenziosa di crederci ancora, come una spia che sa rivelare un guasto, un’anomalia in un sistema di eterna rinuncia, capace di donare alla nostra vita l’ebbrezza di perdere ancora il controllo. Io l’ho fatto. Non ho mai smesso di ascoltare il tempo forte e il tempo debole del mio cuore, il battere e levare del suo ritmo, il momento per riconoscere quando è davvero il momento, perché non è possibile ingannare la verità come non si ottiene alcuna pace con la guerra. E chissà se ancora sai, se sai quanto tempo abbiamo perso.Quanto tempo inutile si perde a fingere di dimenticarsi.

– Massimo Bisotti, Un anno per un giorno (work in progress)

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