Lo faccio da sempre, tu lo sai bene. La mia impulsività mi ha sempre indotto a provare a cancellare ciò che mi faceva male ma è stata completamente annientata con te. Non mi sarei azzardato a distruggere nemmeno una misera prova del tuo passaggio nella mia vita. Spegnere un tuo sorriso, anche all’interno di una foto, avrebbe significato spegnere anche il mio. Cancellarti avrebbe voluto dire cancellarmi, ferirti, ferirmi, distruggerti, distruggermi, oggi come ieri, ieri come sempre. È assurdo, no? Così ho conservato intatto anche il dolore, per proteggerti così, intatta nella mia memoria. D’altronde non ci è stato concesso abbastanza tempo per deluderci. Sei una bellezza piena di rovi, se ti ci butti in mezzo per prenderla non puoi uscirne indenne, più ti muovi, più ti graffi, ti graffi se resti dentro ma anche se te ne vai. Continui a farti male lo stesso in certi casi. Tu sei il mio problema e la mia soluzione, sei la consolazione e l’agonia. Ci sono sentimenti che non cadono in prescrizione. Io non credo nei miracoli ma se sono ancora capace di sorprendermi lo devo a te e se ci fosse davvero una giustizia, dovrei potermi guardare negli occhi e vederti allo specchio come mio riflesso, saprei riconoscere la tua ombra adagiata sulla mia, mentre noi camminiamo ignari altrove le nostre ombre si baciano lente. Avrei voluto essere il tuo libro di storia. Non è accaduto però la fine non ci ha mai diviso, la fine è solo un cerchio per noi, è una pace stellata che ritrovo ogni volta per tutte le volte, una guida serena che mi indica la strada e mi riporta, come sempre, annullando le distanze, qui, da te. E non so per gli altri cosa sia abbastanza, io voglio sempre quel sorso in più che sa lasciarmi felice e insoddisfatto al punto tale da volerne bere sempre ancora un po’. Tu, il mio sorso infinito di vita. Tu, sempre ciò che ho dentro, sempre ciò che manca.
– Massimo Bisotti Un anno per un giorno ´work in progress)
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